Il bosco “quasi” verticale

 
 

Alcuni giorni fa sulla rivista Prima Monza è comparso un articolo dal titolo “Sforbiciata” al Bosco verticale di via Foscolo: le torri dell’archistar Boeri saranno più basse.
A dare la notizia è l’Assessore alla partita Marco Lamperti, il quale, con tono di soddisfazione, annuncia che l’intervento edilizio previsto nell’area della ex Monzacar tra le vie Pellico, Foscolo e Pascoli, subirà una modifica per quanto inerente all’altezza degli edifici, che passeranno da 50 m di altezza ad un massimo di 42m.

L’Assessore dichiara inoltre che “E’ un progetto di grande qualità. Attraverso il dialogo con la proprietà e con l’architetto Boeri siamo andati a migliorare ulteriormente l’intervento. Quello precedente, legato all’amministrazione Allevi non ci aveva mai convinto”.

Bastano queste poche parole per poter dire che ancora una volta la nostra attuale Amministrazione non dice le cose come stanno.
Per farlo è necessario fare un passo indietro e andare al 2015, anno in cui fu approvato il PII, approvazione che fu fatta dalla giunta Scanagatti, alla quale compagine politica faceva parte l’Assessore Lamperti, che a quell’epoca sedeva sugli scranni del consiglio comunale, e membro della Commisione urbanistica.

Il PII fu una vera e propria doccia fredda per la città, ed in particolar modo per il quartiere, contro il quale ci furono molte rimostranze da parte del coordinamento dei comitati di Monza, che tuttavia rimasero del tutto inascoltate.

Il PII prevedeva la realizzazione di edifici con funzione residenziale – è da precisare che a quel tempo il progetto non era dell’arch. Boeri – ed appariva decisamente sproporzionato per un’area che insiste in una zona già ad alta densità edilizia, con problemi di mobilità che ancora oggi non sono stati affrontati, come d'altronde evidenziato anche dalle analisi svolte dallo stesso progettista del PII, ovvero l’impatto che tale edificazione avrebbe avuto sulla zona.
Fu espressamente richiesto all’allora Assessore alla partita dalle associazioni di sottoporre il PII procedura VAS – valutazione ambientale strategica – anche mediante osservazione presentata a seguito della pubblicazione del piano, proprio in virtù del fatto che si riteneva che l’Amministrazione cittadina dovesse garantire il giusto livello di protezione dell’ambiente non tralasciando considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione del piano, assicurando che l’intervento fosse coerente e compatibile, oltre che contribuire, alle condizioni per uno sviluppo sostenibile. Osservazione riproposta successivamente, e nuovamente caduta nel vuoto.

Lo sviluppo sostenibile, una affermazione che sentiamo dire ricorrentemente, ma che resta sempre tale, utile solo a riempire discorsi troppo spesso poveri di contenuto e di competenza.

 L’allora Dirigente del settore urbanistica, l’arch. Riva, chiamato a dirigere l’Ufficio Tecnico direttamente dal Sindaco Scanagatti, senza passare dalla trafila del concorso pubblico, non ritenne necessario, di sottoporre il PII al procedimento VAS, fatto quest’ultimo commentato anche dall’Assessore Lamperti il quale si difende dicendo che guai ad intromettersi nell’attività decisionale di un dirigente.

Stupisce che una parte politica, qualunque essa sia, non abbia pensato che un intervento del genere potesse incidere pesantemente su una realtà già molto complessa quale quella di via Foscolo. A maggior ragione se si pensa che di li a breve fu rinnovato il Piano delle regole, ovvero varato il nuovo strumento regolatore della città.

Stiamo parlando di circa 30.000 mc, circa 100 appartamenti, con un numero teorico di abitanti pari a 270, circa 150 auto in più, e di edifici alti 50 m ovvero 15 piani di abitazioni, (che con l’intervento ultimo preannunciato diventeranno 40m, 13 piani), con previsione di una cinquantina di posti auto liberi, che all’improvviso piombano in una realtà edilizia di case non più alte di 2/3 piani, due scuole (Bellani e poco distante la Citterio), un supermercato (grazie al quale transitano sulla strada bilici per la fornitura di alimenti) e una realtà parrocchiale e sportiva.
Vale la pena ricordare che nessuna azione di mitigazione è stata prevista per attutire l’impatto dell’intervento.

Questo è lo sviluppo sostenibile al quale guardano i nostri amministratori?

E spiace sentire che in quartiere ci siano persone che non vedono l’ora di avere anche loro il bel progetto dell’arch Boeri (tra l’altro va rammentato che il progetto del bosco verticale di Boeri è arrivato con l’amministrazione Allevi, poiché il primo progetto presentato raffigurava edifici a forma di biscione che rappresentavano solo un forte ostacolo visivo sul paesaggio), non può altro che essere una considerazione del tutto avulsa dalla realtà. Noi ci permettiamo di dubitare invitando la nostra amministrazione a rendere note le manifestazioni di entusiasmo.
Forse per qualcuno sarà più bello affacciare sul bosco verticale piuttosto che traguardare la cima del Resegone, ma questo non può condizionare le scelte di una amministrazione che oggi con una “sforbiciata”, diremmo più una” spuntatina”, alla cima degli edifici, pensa di sistemare un vero scempio ambientale (va precisato che la volumetria non cambia per cui ad edifici più bassi corrispondono edifici più lunghi e larghi). D'altronde l’Amministrazione Scanagatti è quella che negli ultimi 20 anni ha autorizzato più interventi di edilizia sulla città di Monza che soffre, come evidente a tutti tranne che a loro, di un elevato consumo di suolo. Bastava attendere il rinnovo dello strumento urbanistico per restituire alla città un intervento più calibrato, sicuramente più ragionato. Ma il tempo dei cittadini non è lo stesso di quello degli imprenditori il cui obiettivo è investire e guadagnare.

Dunque siamo alle solite, basta propagandare uno sviluppo sostenibile a consumo di suolo ZERO in campagna elettorale e poi dire che era già tutto previsto da chi li ha preceduti.