La chiusura dell’Accordo di Programma sul Polo Istituzionale di Monza

In questo articolo abbiamo voluto ripercorrere, con documenti alla mano, l’annosa vicenda del Polo Istituzionale di Monza, certi che i soldi dei cittadini vanno usati correttamente.
Chiediamo di avere pazienza per la lunghezza dell’articolo, ma vi garantiamo che comprendere i passaggi fondamentali della vicenda farà sorgere una domanda fondametale: i soldi dei cittadini vengono utilizzati in modo corretto?

In data 5 dicembre 2022 si è consumato un evento sul quale l’Amministrazione Comunale monzese ha posto un silenzio tombale, forse perché (ed a buona ragione) ne paventava accese critiche.
Si tratta della decisione assunta da tutti gli Enti, tra i quali il Comune di Monza, di porre fine all’iniziativa promossa nel 2001 da Regione Lombardia, tra Enti Statali, regionali, provinciali e comunali presenti nella città di Monza, con l’obbiettivo di realizzare il raggruppamento logistico in una unica area del territorio monzese delle loro sedi o di loro importanti Uffici e articolazioni amministrative e di servizio, realizzando in tal modo una maggiore funzionalità operativa per essi da un lato, e la loro più agevole accessibilità da parte dei cittadini dall’altro.

Di questa decisione, espressa dal Sindaco nella adunanza generale dei partecipanti all’Accordo di Programma, manca ogni traccia ufficiale che vi sia stata la preventiva valutazione congiunta in Giunta od in Consiglio Comunale, sicché deve ritenersi si sia trattato della autonoma scelta personale proprio del Sindaco.

Questo costituisce già di per se un atto grave, essendo in gioco interessi rilevanti per la cittadinanza, e può’ qualificarsi come comportamento di totale spregio di quei principi democratici di compartecipazione e di condivisione delle scelte per la città che Pilotto ha sempre richiamato ed ostentato.

Ma a questa prima censura di metodo, ne va aggiunta una seconda, ancor più gravosa, sulla assoluta non condivisibilità delle ragioni che il Sindaco ha posto a base della sua scelta, ed infine una terza, la più rilevante di tutte, identificabile nei termini economici accettati con la chiusura dell’Accordo che hanno prodotto un danno rilevantissimo al Comune di Monza.

Le prime impressioni e i dubbi sorgevano difronte alle prime notizie di stampa. Poi un Consigliere Comunale, Paolo Piffer, ha ritenuto di non poter lasciar passare sotto silenzio questa vicenda, gestita in modo tanto omertoso, ed ha depositato il 14.3.2023 una interrogazione alla quale il Sindaco ha risposto in data 12.12.2023, cioè a distanza di ben 9 mesi,  ancorché l’ufficio comunale interessato a queste pratiche sia uno soltanto, e notoriamente molto efficiente!!!!!!!

Questa iniziativa ci consente ora, attraverso le domande dell’interrogante e le risposte del Sindaco, di delineare un quadro preciso della vicenda, quindi sia delle motivazioni a base della chiusura dell’Accordo, sia della entità del disequilibrio finale delle posizioni del Comune di Monza rispetto a quelle degli altri partecipanti.

Per quanto riguarda i motivi, il Sindaco ha dichiarato che la sua adesione alla chiusura dell’accordo era conseguita alla constatazione del venir meno di tutte le ragioni economiche e sociali che ne avevano sollecitato l’avvio, sicché ormai si trattava di un progetto obsoleto

Nulla invece di meno vero!

La finalità perseguita con l’Accordo di programma non solo non si è mai svuotata di contenuto, ma ultimamente era divenuta ancor più significativa e pregevole di quanto lo fosse nel momento remoto nel quale era stata pensata ed erano stati avviati i lavori di realizzazione: da un lato quasi tutti i destinatari ( uffici regionali, provinciali, questura e prefettura) si sono già insediati nell’area loro destinata; dall’altro lato quel comprensorio plurifunzionale si sta valorizzando per effetto della realizzazione, in un futuro certo, e non troppo remoto, dell’accesso diretto alla linea metropolitana, il che ne moltiplicherà le utilità per la collettività.

E la concentrazione di servizi pubblici in aree definite, anziché dispersi qua e là in una città quasi permanentemente paralizzate dal traffico veicolare, non è un pensiero vecchio e obsoleto!

Al contrario proprio la chiusura è stata un’opzione improvvida e urbanisticamente retrograda, senza alcuna visione di insieme della città!

La vera ragione della decisione alla quale il Sindaco di Monza si è aggregato, forse per compiacenza forse per impreparazione, era ben altra, nota alla precedente Amministrazione che si era sempre opposta alla chiusura sollecitandone invece il rifinanziamento: la chiusura era l’obbiettivo primario perseguito negli ultimi anni, aggressivamente, proprio dalla Agenzia del Demanio!

Questa, dopo aver per venti anni spremuto il Comune di Monza, con richieste ed impegni economici continui e crescenti, perseguendo utilita’ e risparmi di spesa a forte caratterizzazione statale, e riversato su di esso prima il pagamento del canone locativo della sede della Guardia di Finanza (struttura operativa dello Stato) di via Manzoni, e poi, dopo lo sfratto conseguito dalla proprietà, anche il pagamento per anni  dell’indennità di occupazione senza titolo, ha parallelamente via  via sconfessato l’impegno, formalmente assunto in sede costitutiva dell'ADP, di dare corso alla cessione in via compensativa degli immobili specificamente individuati al momento della firma dell’ADP.

La ragione addotta? Sempre la preminenza di sopravvenute esigenze statali (a favore del Tribunale di Monza), escludendo però anche la possibilità di sostituire le cessioni inizialmente offerte con altre.

Quando poi, esaurite le risorse economiche inizialmente previste, ed avendo la precedente Amministrazione Comunale rifiutato l’assunzione di maggiori impegni, l’Agenzia delle Entrate ha iniziato un pressing stringente, supportato con pretesti vari, per addivenire alla chiusura dell’Accordo

Ed il risultato perseguito lo ha ottenuto ora, appena insediata la nuova Amministrazione, profittando con facilità del venir meno di quella resistenza che le era sempre stata opposta in precedenza.

Nulla è stato dato al Comune di Monza a compensazione dei costi da esso sostenuti, e nulla, secondo quando è emerso dalle dichiarazioni del Presidente del Tribunale di Monza, di quanto ha tolto al Comune di Monza ha concesso poi agli Uffici Giudiziari, ne’ l’area  della Caserma IV Novembre, recuperata dal Comune, per gli archivi giudiziari; ne’ la caserma S.Paolo, (alla cui manutenzione ha provveduto il Comune per anni e che per le sue caratteristiche ed ubicazione poteva essere trasformata in uffici comunali aperti al pubblico, spazi culturali e commerciali), prima messa a disposizione per uffici del Tribunale e poi ritenuta inidonea al servizio giudiziario perché  troppo costosa per l’adattamento

Così’ infine il Mirabellino rimasto in proprietà dello Stato, mentre il Consorzio Villa Reale (che attualmente necessità delle integrazioni del Comune di Monza per provvedere alle esigenze primarie) ha avuto “in regalo “l’onere di provvedere al suo recupero ed alla valorizzazione, ovviamente sotto il controllo ministeriale.

Resta da chiedersi se il nostro Sindaco abbia compreso che con questa “chiusura” il Comune di Monza ha messo il sigillo ad un finanziamento ingiustificato a favore dello Stato, privando il nostro Comune di risorse necessarie all’adempimento dei suoi compiti istituzionali e se ciò possa configurare qualche responsabilità.

Ed in quanto può essere quantificato il danno subito dal Comune di Monza come effetto di questa infausta decisione?

In soccorso possono venire le domande di Piffer e le risposte del Sindaco

Domande:

- quali erano i motivi per i quali il Comune di Monza aveva condiviso la chiusura del programma?-quali opere di quelle originariamente previste erano già state realizzate?- risultava al Sindaco che la esecuzione delle opere dll’ADP già  eseguite ad opera della società privata (Immobiliare Europea spa) era in parte a scomputo di oneri di urbanizzazione  , in parte di  opere aggiuntive di urbanizzazione secondaria che diversamente sarebbero stati acquisiti, gli uni e gli  altri, dal Comune di Monza  in correlazione ai permessi concessori dati alla suddetta società? 

- a quanto ammontava il costo economico che si era assunto il Comune di Monza  con esborsi diretti per tutta la durata dell’ADP fino alla sua chiusura ,e dunque  a parte la rinuncia alle risorse economiche di cui al punto precedente?

- che cosa hanno dato al Comune di Monza gli altri Enti sottoscrittori dell’ADP in relazione ai precisi impegni che si erano assunti con esso e delle ingenti somme pagate dal Comune?

- il Comune aveva interpellato la Immobiliare Europea con la precisa richiesta se riteneva che la chiusura dell’ADP  le avrebbe impedito o meno di realizzare  altri interventi a favore del solo Comune di Monza diversi ed estranei al contenuto dell’ADP? 

- il Sindaco aveva comunque definito con atto vincolante ogni questione con  tale società per evitare contenziosi futuri?

- il Sindaco aveva in ogni caso maturata la decisione di aderire alla chiusura dell’ADP  dopo aver acquisito  il parere di un legale sulla esistenza di rischi nella scelta che si accingeva ad operare? 

- il Sindaco nella sua dichiarazione che erano in corso contatti con la Guardia di Finanza per trovare una nuova sede, ritiene di avere ancora un vincolo giuridico o morale di provvedere alla sede della Guardia di Finanza al posto dello Stato?

Risposte del Sindaco:

 A) è vero che le opere previste dall’Accordo di programma erano state eseguite quasi tutte ad eccezione della Caserma della Guardia di Finanza e della sede della Agenzia delle Entrate. Inoltre erano state realizzate le opere di urbanizzazione e le infrastrutture necessarie per l’ottimale funzionalità urbanistica del Polo Istituzionale ( demolizione ex Caserma IV Novembre; bonifica delle aree; opere di viabilità di interesse generale; riqualificazione svincoli SS.36; riqualificazione piazzale Virgilio; realizzazione di parcheggi; spazi a verde) 

B) è vero che tutte le opere  realizzate  - preliminari, edificatorie, di completamento viario e di riqualificazione- erano  state realizzate dal Comune di Monza attraverso l’imprenditore privato, Immobiliare Europea spa, vuoi come opere a scomputo di oneri di urbanizzazione primaria vuoi come opere aggiuntive di urbanizzazione secondaria , vuoi a compensazione di maggiori volumetrie  concesse per le edificazioni private che nell’ambito degli Accordi programma potevano essere concesse all’attuatore. Valore complessivo del realizzato e del concesso: € 7.173.688,85 + €,8.838.258,78 =Tot. € 16.011.947,63

C) è vero che il Comune di Monza ha pagato  per la locazione per anni dell’immobile di via Manzoni in Monza, fruito dalla  Guardia di Finanza, e poi per la prosecuzione da parte della stessa della occupazione senza titolo del medesimo edificio ( essendo stato convalidato lo sfratto intimato dalla proprietaria)fino all’anno 2000  (anno nel quale per fortuna la Giunta Allevi è riuscita ad ottenere il rilascio ed il trasferimento della Guardia di Finanza in altro edificio pagato dallo Stato): € 4.170.281,OO

D) è vero che gli impegni (compensazioni) che erano stati assunti dagli altri Enti sottoscrittori dell’ ADP, e che sono elencati nella parte quinta del testo originario dell'ADP e poi nella parte quinta della sua successiva modifica, non risultano avere avuto adempimento nei confronti del Comune di Monza

E) è vero che nel documento sottoscritto all’unanimità dagli Enti pubblici, nell’ultimo verbale conclusivo del 5.12.2022 è stato concordato e dichiarato che “ogni eventuale credito presente nei confronti del privato derivante dalla convenzione bilaterale attuativa dell’accordo di programma resterà a favore del Comune di Monza” il Sindaco riferisce che“è stata avviata verifica da parte degli Uffici”

F) è vero che non essendovi contenziosi in corso il Comune non aveva ritenuto di attivare  alcuna fase di tutela legale dell’Ente

G) è vero che l’Amministrazione Comunale ha già manifestato la propria disponibilità a ricercare con l’Agenzia del Demanio una collocazione in nuova sede alla Guardia di Finanza nell’ambito del territorio Comunale

Con la chiusura dell’Accordo di Programma sul polo istituzionale, il Comune a fronte di spese per circa 20.000.000,00 € non riceve in cambio nulla, nemmeno un recupero parziale dagli Enti Statali.

 

Dunque in sintesi dopo 23 anni l’Accordo di programma sul Polo Istituzionale si è concluso - per dichiarazione resa proprio dal Sindaco-con opere eseguite da parte del Comune per complessivo onere economico di una ventina di milioni senza aver ricevuto in cambio nulla e senza che si sia in alcun modo prospettata l’ipotesi di un recupero, neppure parziale, dagli Enti Statali beneficiari.

Per la verità un “agreement” a detta del Sindaco sarebbe stato generosamente offerto al Comune di Monza a conclusione dell’Accordo dagli altri partecipanti: ogni eventuale credito presente nei confronti del privato derivante dalla convenzione bilaterale attuativa dell’accordo di programma resterà a favore del Comune di Monza”.

Ma, a parte l’assenza di una qualsiasi preventiva verifica se il supposto credito verso il privato pareggerebbe o meno quello maturato dal Comune in esecuzione degli impegni  assunti nell’ADP, ai quali, per parte sua, ha sempre dato puntuale adempimento, nulla è detto su alcune precisazioni fatte dall’IMMOBILIARE EUROPEA spa, con comunicazione via pec inviata al Comuna di Monza in data 11.11.2021  

Rispondendo alle precise domande che le erano state rivolte dalla Amministrazione  allora in carica nell’incontro 5.10.2021 presso gli Uffici del  Comune,  puntualizzava che il suo impegno contrattuale verso il Comune era condizionato  e definito giuridicamente ed economicamente dalle clausole dell’Accordo Bilaterale  con il medesimo, e che questo, a sua volta, costituiva premessa e collegato integrante  dell’ADP sul Polo  Istituzionale ( con il che a dire chiaramente che il venir meno dell’uno causava anche la decadenza dell’altro). In più comunicava che dovevano essere conteggiati, a deduzione delle somme inizialmente offerte ed ancora disponibili ( sempre che  l’ADP avesse avuto prosecuzione) gli interessi che la IMMOBILIARE EUROPEA spa aveva pagato per tutto il tempo fino ad allora trascorso sulle somme vincolate a garanzia dei suoi adempimenti.

A buon intenditore appare indiscutibile che l’IMMOBILIARE EUROPEA non era disponibile a concedere null’altro!!!

Forse appunto una buona consulenza legale prima di affidarsi a mere illusioni, avrebbe potuto portare a diverse decisioni!

Concludendo lasciamo ai lettori valutare se questa sia stata una prudente ed efficace operazione! Se sia stato considerato l’interesse pubblico dei cittadini monzesi.

A noi sembra un atto di dissennata incoscienza!!!!!

 

Se in un’impresa privata, un Amministratore Delegato così brillante, producesse una perdita alla sua prima comparsa in una operazione gestionale per la società di ben 20 milioni €, non durerebbe in carica neanche un anno.