Il programma politico di Pilotto e Lamperti: l’urbanistica a modo mio

Le ultime dichiarazioni del Sindaco Pilotto e dell’Assessore Lamperti in merito all’urbanistica monzese, le azioni che l’Amministrazione comunale sta mettendo in campo, a soli due anni dall’insediamento al governo della città, svelano i reali obiettivi che la stessa persegue.
Le aspettative dei cittadini però non possono essere tradite come spesso accade da una politica che fa promesse in campagna elettorale e che poi si dimostra inadeguata ad affrontare i grandi temi che ha enunciato nel programma elettorale. Monza non ha bisogno di superficialità.
Non si tratta di opinioni, ma di norme, di giurisprudenza consolidata, che smentiscono le parole dette al cospetto dei cittadini dall’Amministrazione in carica rimbalzate sui giornali in questi giorni.
Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!

Il conflitto monzese, cittadini/Sindaco, quotidianamente all’onore della cronaca sulla stampa locale, ci sembra meritevole di una attenta riflessione, e di qualche conseguente valutazione.
A noi è sembrato indispensabile dovere civico da un lato ascoltare, analizzare e quindi valutare la fondatezza delle contestazioni della cittadinanza (che in una democrazia non sono mai da trascurare né svilire); dall’altro approfondire le motivazioni addotte dalla Giunta a giustificazione delle sue scelte.
Per nostro impegno, sempre sottolineato e ricordato, non intendiamo dissertare su impostazioni ed opzioni puramente politiche, e dunque sulle manifestazioni di quella discrezionalità amministrativa che ne costituisce lo strumento applicativo, ma proiettarci esclusivamente sulla verifica della osservanza dei due cardini legittimanti ogni Amministrazione pubblica:

rispetto delle leggi- coerenza con il programma di governo presentato agli elettori.

Partiamo ora da una constatazione importante e pregiudiziale rispetto ad ogni altra successiva considerazione.
Il Sindaco Pilotto non ha raggiunto ancora la metà del mandato, ma la sua gestione amministrativa si può certamente ritenere già ben definita nelle sue linee operative, anche se lui stesso, e qualche suo Assessore, in strana corrispondenza al governo nazionale di opposto segno politico, dichiarano ad ogni occasione che è troppo presto per trarre conclusioni, perché al presente, “attimo fuggente” dell’operare politico, si devono opporre visioni in grande….per i prossimi quinquenni….addirittura per i prossimi quaranta anni, e che sarebbe di poco spirito coltivare progetti di limitata valenza temporale, perché la lungimiranza non è patrimonio culturale dei poveri operatori del quotidiano, ma dei grandi strateghi.

A noi sembra invece che il profilo di questa Amministrazione sia tanto ben definito…da non avere necessità di attendere…i secoli futuri!
Infatti l’osservazione di questa situazione di rivolta di centinaia di cittadini, organizzati in molteplici Comitati, contro Sindaco e Giunta (con l’aggiunta della dichiarazione aperta di una delle liste collegate al Sindaco di ritiro del suo appoggio) costituisce una situazione davvero inedita e preoccupante per Monza, ed induce a cercare quale sia stato il punto di rottura del consenso raccolto in sede elettorale.
A noi sembra chiaro che esso sia individuabile nel palese e gravissimo stravolgimento che in meno di due anni il governo del Sindaco Pilotto ha fatto di quei due principi ideologici che aveva inserito con carattere di centralità nel cartello elettorale programmatico delle elezioni comunali del giugno 2022,e che- specchietto per le allodole- gli aveva permesso di vincere la consultazione aggregando attorno a se’ una decina di liste eterogenee:

partecipazione collettiva al buon governo della città attraversola consultazione e l’ascolto continuo dei cittadini 2) centralità nell’opera di governo del rispetto di tutte le regole che avrebbero assicurato alla città di Monza la crescita verso un modello urbano di città green ….. va perseguito l’obiettivo di un bilancio con consumo di suolo negativo.
L’urbanistica deve essere collegata ai temi ambientali, sociali ed economici con un riequilibrio delle diseguaglianze e un vero coinvolgimento dei cittadini (urbanistica partecipata).

Ed i cittadini, ma anche una delle liste della coalizione “di sinistra” al gran completo, si sono ribellati ad un “ascolto” che si è dimostrato invece soltanto apparenza, alla immodificabilità delle decisioni assunte prima di sentire i cittadini direttamente interessati, e supportate da un lato con parole a ruota libera, dall’altro con l’invocazione di principi e regole inesistenti o esattamente contrarie, frutto di ignoranza deplorevole se non di superficiale approccio al problema, qualsiasi problema.

Rinviando ad altro successivo approfondimento i progetti che si stanno in questi giorni configurando sulla viabilità e sulla recente presentazione del PUMS, in quanto problema che merita una apposita ampia trattazione, come d'altronde la realizzazione delle scuole innovative nell’area dell’ex Macello, ci sembra invece urgentissimo porre sotto la lente d’ingrandimento le prospettive edificatorie che i Monzesi attendevano fiduciosi e cioè che avrebbero subito un drastico ridimensionamento per dare attuazione al progetto programmatico del Sindaco Pilotto del consumo negativo del suolo, mentre vanno via constatando il progredire in città di piani attuativi con nuovo residenziale, non certo in aree dismesse, come ad esempio in via Gallarana ,via Ticino ed il Buon Pastore, emersi all’onore della cronaca cittadina per gli aspri contrasti tra residenti in zona, comitati cittadini , il loro coordinamento e l’Amministrazione Comunale In tutti questi casi i Monzesi, appellandosi appunto agli impegni assunti da Pilotto con il suo programma elettorale, i cittadini si stanno battendo per evitare nuove edificazioni, che interessano persino aree verdi.

Di fronte a queste richieste di parte rilevante della cittadinanza, quale è la posizione assunta dalla Amministrazione Comunale:

i cittadini non capiscono che non siamo padroni  “sovrani”  ( testualmente l’Ass Lamperti) del territorio, ma soggetti obbligati al rispetto delle norme urbanistiche e le norme urbanistiche ci impediscono sia di ignorare i piani attuativi già presentati dai privati, in quanto diritti già acquisiti, sia di derogare o modificare il Documento di piano adottato dalla precedente Amministrazione. Ciò in ragione della delibera C.C. 98/2021 della precedente Amministrazione, che, approvando la Variante per l’adeguamento della componente geologica, idrogeologica e sismica del PGRA alle corrispondenti indicazioni di Regione Lombardia, inseriva la precisazione che tali elaborati sostituivano ai fini della decorrenza della relativa validità quinquennale ai sensi di legge….gli elaborati già approvati con D.C.C n.8/2017, ed aggiungeva, di dare atto che il Documento di Piano così variato per effetto dell’ approvazione dei relativi elaborati di variante, unitamente a quelli ad esso relativi e non oggetto di variante, approvati con Deliberazione di Consiglio Comunale n.8  del 06/02/2017, si intendono confermati ai fini della decorrenza della relativa validità quinquennale del Documento di Piano ai sensi di legge

In sintesi (correttamente precisava nel suo parere il legale attivato dalla Amministrazione) la delibera C.C.98/2021 ha quindi assunto una determinazione di approvazione dei nuovi elaborati e contestualmente di conferma complessiva ex-novo di quelli non variati prorogando e con ciò la durata per un altro quinquennio.
Il legale poi rispondeva all’ulteriore quesito che le era stato sottoposto sulla decorrenza iniziale del nuovo termine quinquennale, rispondendo ancora, puntualmente e correttamente, dalla pubblicazione sul B.U.R.L. dell’avviso di approvazione della delibera di consiglio suddetta.
In conclusione, questa la tesi sostenuta da Pilotto e Lamperti, fino alla scadenza quinquennale, il Documento di Piano della precedente amministrazione era vincolante per quella ora in carica, mentre si dava assicurazione che era in corso di elaborazione quello nuovo nel quale sarebbero state “dispiegate le vele” per la rigorosa attuazione del principio “consumo suolo negativo”.
Ma questa ricostruzione del sistema normativo in tema di urbanistica, pecca sotto molteplici profili:

1) incompletezza espositiva dei fatti creando artificiose deduzioni interpretative;

2) incompletezza informativa delle leggi applicabili;

3) totale ignoranza dei principi sanciti dal Consiglio di Stato in numerose decisioni nell’arco ormai di un decennio

Con riferimento al primo punto Pilotto e Lamperti adombrano una strategia furbescamente dilatatoria della precedente Amministrazione realizzata attraverso la approvazione della Variante di adeguamento alla L.R. N.12 del 2005: con tale approvazione, e lo scattare del suo termine di vigenza quinquennale, si sarebbe anche determinato l’ allungamento di pari misura della vigenza di tutto il Documento di piano (come espressamente dichiarato) e così paralizzati per tutto il corrispondente tempo gli interventi della nuova Amministrazione, intenzionata invece ad applicare una pianificazione edilizia restrittiva

La Amministrazione Pilotto dunque, con grande rammarico, si sarebbe trovata nella impossibilità sia di respingere i piani attuativi già presentati dai privati, in quanto diritti acquisiti, sia di introdurre modifiche al Piano fino alla sua scadenza, salva la disponibilità dagli stessi imprenditori a ridurre le volumetrie o a destinare parte delle aree edificabili a verde secondo le sollecitazioni dello stesso abilissimo (?) Ass. Lamperti.

La verità è del tutto diversa, completamente diversa!

 A.   La variante era necessitata dalla Legge Regionale 11 marzo 2005 n.12, che all’art.4 imponeva l’adeguamento della valutazione ambientale nei piani di rispettiva competenza degli Enti locali- tant’è che ai Comuni ancora inadempienti è stato concessa recentemente ulteriore proroga alla quinquennalita’ per adempiere - e quindi non costituiva uno stratagemma per allungare i tempi di vigenza del Documento di Piano.

B.   l’art. 8 sub) 4 della stessa Legge Regionale precisava che il documento di piano ha validità quinquennale ed è sempre modificabile. Scaduto tale termine, il comune provvede all’approvazione di un nuovo documento di piano.

Dunque nessuna pretestuosità nella varaiante ed assoluta libertà di modifica del Documento di piano prima della scadenza del termine quinquennale.

Del tutto evidente invece che l’omesso richiamo all’allocuzione sempre modificabile risponde alla consapevole intenzione dei nostri Amministratori in carica di dare invece pieno spazio agli appetiti edificatori dei privati già maturati e maturandi sul vigente Documento di Piano del 2017 (salvo poi vedere cosa la precedente Amministrazione avrebbe di fatto concesso al momento della presentazione concreta del piano attuativo) addossandone al contempo la responsabilità alla precedente Giunta che avrebbe loro legato indissolubilmente le mani, salvo la personale brillante capacità di indurre i privati a qualche rinuncia di volumetria o concessione di strisce di terreno ad incremento del verde pubblico.

Ed alla accusa che noi rivolgiamo alla Amministrazione in carica, di aver distorta la realtà normativa, assumendo di non poter assolvere da subito alla promessa elettorale fatta di voler perseguire un consumo suolo negativo, essendo a ciò costretta dal proditorio operato della precedente Amministrazione, aggiungiamo infine il peso di un numero infinito di sentenze del TAR e del Consiglio di Stato che esprimono un principio cardine, che ogni Amministrazione dovrebbe tenere stampato davanti a se’ a lettere cubitali:

Secondo la moderna concezione della funzione di pianificazione,sviluppatasi a partire dalla decisione del Consiglio di Stato sul caso Cortina ( Cons.Stat se IV 10 maggio 2012 n.2710) il potere conformativo del comune non può essere condizionato dalle caratteristiche oggettive dell’area o da precedenti determinazioni, pena la messa in discussione della potestà generale di piano

Il Consiglio di Stato ha chiarito che l’urbanistica, ed il correlativo esercizio del potere di pianificazione, non possono essere intesi, sul piano giuridico, solo come un coordinamento delle potenzialità edificatorie connesse al diritto di proprietà, ma devono essere ricostruiti come interventi degli enti esponenziali sul proprio territorio, in funzione del suo sviluppo complessivo

E ancora:

L’attività di pianificazione è frutto di un esteso potere discrezionale che permette all’Amministrazione di pianificare anche riducendo i diritti edificatori già previsti, con il solo limite dell’operare scelte razionali che non travolgano ingiustificatamente pregressi affidamenti…ed un limite all’ampia discrezionalità non è costituito neppure dai pregressi affidamenti qualificati del privato, quali, ad esempio una preesistente convenzione di lottizzazione od accordi tra privati e Comune…..

È una ormai consolidata linea-guida che la Giurisdizione Amministrativa ha indicato ed opposto al potere politico/amministrativo, richiamando problemi ed esigenze costituzionali dimenticate, ambiente, conservazione paesaggistica e storica, salute pubblica, crescita urbana, vivibilità delle città, la cui tutela sarebbe delegata agli organi amministrativi elettivi, a fronte degli interessi economici dei singoli proprietari dei beni che in quel contesto territoriale sono collocati, assumendo così a principio generale che i primi devono avere tutela prioritaria e prevalente, con il solo unico limite della ragionevolezza dei motivi che devono essere espressi

È il trionfo dell’art 9 (nella ultima modifica) della Costituzione:

La Repubblica… tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della Nazione…l’ambiente la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni..”

e che una Sinistra, veramente rispettosa dei principi che propaganda nel momento elettorale, dovrebbe avere come sua bandiera! Ed è invece quello che i nostri attuali amministratori hanno totalmente ignorato, e della loro carenza culturale ed inadeguatezza a noi sembra debbano fare ampia ammenda al cospetto dei Monzesi!